Lo stato di famiglia è un certificato anagrafico che fotografa la composizione del “nucleo anagrafico” presente nella stessa residenza: non riguarda i legami di parentela in senso giuridico, ma la semplice coabitazione. Uscirne significa formare un nuovo nucleo separato da quello originario, con effetti sui tributi comunali (TARI), sui requisiti ISEE, sui bonus casa e sulle pratiche sanitarie di assistenza di base. L’ordinamento italiano prevede due vie principali per ottenere questa separazione: cambiare residenza trasferendosi in altro immobile oppure chiedere la creazione di un distinto stato di famiglia all’interno dello stesso indirizzo, quando la convivenza di fatto non corrisponde più a un’unica gestione domestica e patrimoniale.
Indice
Determinare quale procedura è più adatta al proprio caso
Se la scelta è accompagnata da un reale trasloco in altra abitazione, la strada è il cambio di residenza, disciplinato dall’articolo 13 del D.P.R. 223/1989. Tutto si risolve presentando dichiarazione di trasferimento entro venti giorni dall’effettivo spostamento. Al contrario, quando si rimane sotto lo stesso tetto – per esempio figli adulti che occupano porzione indipendente dell’alloggio – si fa ricorso all’istituto della “scissione nucleo” previsto dalla circolare ISTAT n. 29/1992 e recepito nei regolamenti anagrafici comunali: occorre dimostrare che le persone coinvolte conducono, di fatto, economie separate e non condividono spese domestiche essenziali.
Preparare i documenti necessari prima di inoltrare la richiesta
Per il cambio di residenza bastano un documento d’identità valido e il codice fiscale di tutti i componenti che si trasferiscono, corredati del titolo di occupazione dell’immobile di destinazione (contratto di locazione registrato, rogito, comodato). Nel caso della scissione nucleo all’interno della stessa abitazione, oltre ai documenti personali si allegano dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà che attestano l’autonomia economica: copie di utenze intestate, estratti conto separati, contratti di affitto di porzioni di casa o documenti che dimostrino distinte contribuzioni alle spese condominiali. Alcuni Comuni richiedono un’autodichiarazione sulla suddivisione degli spazi (per esempio piano o zona della casa usata in esclusiva) per agevolare gli accertamenti della Polizia Locale.
Compilare e presentare l’istanza di residenza o di scissione all’ufficio anagrafe
Dal 2012 la dichiarazione di residenza può essere inviata anche per PEC o presentata allo sportello, utilizzando il modulo ministeriale disponibile sul sito del Comune. Il dichiarante deve firmare tutti i campi, aggiungendo la sezione sui veicoli registrati al PRA se intende aggiornare også la carta di circolazione. Per la scissione nucleo lo stesso modulo va segnato in parte “B” come “variazione familiare” indicando che dal nucleo originario se ne crea uno nuovo. L’operatore consegna un protocollo che produce effetto dal giorno stesso: da quel momento si è iscritti in via provvisoria nella nuova posizione anagrafica. Se la pratica è trasmessa via PEC in pdf firmato digitalmente, la ricevuta di consegna certifica la data di decorrenza.
Affrontare la fase degli accertamenti e rispondere ad eventuali richieste integrative
Entro quarantacinque giorni dalla dichiarazione il Comune effettua verifiche con la Polizia Locale o incaricati anagrafici. Per il cambio di residenza l’accertamento mira a constatare che le persone abitino stabilmente nell’immobile: è sufficiente che un addetto suoni al campanello e verifichi la presenza degli interessati o di loro effetti personali. Per la scissione nucleo, invece, oltre alla presenza fisica viene valutata l’autonomia gestionale: gli agenti possono chiedere di visionare i contatori separati, le bollette o gli spazi distinti. Se non trovano riscontro, l’ufficio anagrafe emette preavviso di rigetto ex art. 10-bis L. 241/1990 concedendo dieci giorni per controdedurre; in assenza di risposte la richiesta decade e lo stato di famiglia resta unico.
Registrare gli effetti collaterali sulla fiscalità e sui servizi
Con il nuovo nucleo anagrafico cambiano i conteggi della tassa rifiuti e l’obbligo di dichiarazione TARI: chi rimane nella casa originaria deve comunicare la riduzione di componenti, chi esce dichiara la nuova occupazione, anche se nello stesso indirizzo. L’ISEE, che si basa sul concetto di “nucleo familiare anagrafico”, potrà essere calcolato in modo distinto: ciò permette accesso autonomo a borse di studio, sussidi e bonus. Va aggiornato anche il medico di base se ci si sposta in altro Comune. Per il cambio di residenza, infine, si ricorda che l’ACI invia d’ufficio il tagliando da applicare sulla carta di circolazione, mentre per la patente l’aggiornamento è automatico nei data base e non comporta duplicato.
Prevedere gli aspetti di convivenza e di consenso implicito in caso di scissione
Quando si abita sotto il medesimo tetto ma si scelgono stati di famiglia differenti, è necessario il consenso – almeno tacito – di tutti i maggiorenni residenti. Se uno dei conviventi si oppone, può segnalare al Comune che la situazione dichiarata non corrisponde al vero; l’ufficio avvia un supplemento di istruttoria e chiede prove più stringenti di autonomia. In casi di conflitto, per esempio separazioni coniugali ancora nella stessa casa, la scissione viene concessa se si dimostra la separazione giudiziale o l’autonomia ed economica effettiva. La giurisprudenza di merito (sentenze Tar e Tribunali) conferma che il concetto di “nucleo anagrafico” non coincide con legami di sangue ma con l’effettiva gestione comune del ménage: su questa base l’anagrafe decide.
Conservare copia della protocollazione e monitorare la conclusione del procedimento
Terminato l’iter, l’ufficio rilascia il certificato storico di famiglia aggiornato; è consigliabile richiederlo subito per averne copia. In caso di silenzio oltre quarantacinque giorni la variazione si intende confermata secondo il principio del “silenzio-assenso”, salvo accertamento negativo notificato dopo i termini. Qualsiasi provvedimento di rigetto può essere impugnato entro trenta giorni con ricorso al Prefetto e, successivamente, al TAR. Intanto, la ricevuta di dichiarazione di residenza vale come documento sostitutivo e consente di stipulare contratti di luce, gas o telefonia.
Conclusioni
Separarsi dallo stato di famiglia esistente non è un mero atto burocratico, ma modifica l’assetto fiscale e patrimoniale di chi lo compie. Il percorso segue regole chiare: scegliere tra cambio di residenza o scissione nucleo, preparare la documentazione che dimostri stabile dimora e autonomia economica, affrontare gli accertamenti e poi aggiornare tutte le posizioni tributarie e previdenziali. Pianificare questi passaggi riduce ritardi, evita rigetti e, una volta ottenuto il nuovo certificato, consente di accedere a prestazioni e benefici in modo più aderente alla reale situazione del nucleo appena formato.