Preparare un SUP gonfiabile per la stagione estiva comincia già nel momento in cui lo si estrae dalla sacca in cui ha riposato per mesi. Prima di srotolarlo sul pavimento conviene scegliere un luogo pulito e privo di spigoli, perché il materiale in PVC o drop-stitch freddo è più rigido e quindi più sensibile a micrograffi. Una volta distesa la tavola, la superficie rivela subito eventuali pieghe marcate: lasciarla un paio di ore in ambiente temperato permette alla memoria elastica del tessuto di rilassarsi, riducendo le linee di arrotolamento e facilitando la successiva gonfiatura. In questa fase è utile una prima ispezione visiva, alla ricerca di macchie scure o aloni biancastri che indichino residui di umidità: se presenti, bastano una spugna morbida e un mix di acqua tiepida con qualche goccia di sapone neutro per ripulire la pelle esterna, avendo l’accortezza di passare la spugna seguendo le saldature per non sollevare i bordi.
Indice
Controllare valvole, giunti e raccordi con un gonfiaggio graduale
La valvola è il cuore meccanico di un SUP gonfiabile e, dopo mesi di inattività, o-ring e guarnizioni possono essersi irrigiditi. Prima di attaccare la pompa è consigliabile premere leggermente il pistoncino centrale con l’estremità di un dito, così da assicurarsi che scenda e risalga liberamente; un movimento duro o scattoso indica deposito di sale o sabbia. Un soffio di aria compressa a bassa pressione rimuove le particelle senza danneggiare il meccanismo. Si passa quindi al gonfiaggio graduale: qualche colpo di pompa fino a raggiungere due o tre psi, abbastanza per dare forma alla tavola ma non per metterla in tensione. A questa pressione ridotta una soluzione di acqua e pochissimo detersivo per piatti spruzzata sulla valvola e sulle cuciture rivela eventuali micro-perdite attraverso la comparsa di bollicine. Se tutto resta asciutto, si procede fino alla pressione di lavoro indicata dal costruttore, in genere compresa tra dodici e quindici psi. Durante l’ultima fase il manometro dovrebbe salire in modo uniforme; un ago oscillante o una salita a scatti suggeriscono guarnizioni poco lubrificate o valvola non del tutto avvitata.
Verificare il ponte antiscivolo e gli inserti per gli accessori
Il deck pad in EVA, quel tappeto spugnoso che offre grip ai piedi, può presentare zone sollevate in corrispondenza della colla. Una pressione delle dita lungo i bordi stacca subito eventuali lamelle che l’inverno ha parzialmente scollato. In tal caso un adesivo bicomponente a presa rapida, steso con cura sotto la parte sollevata, riporta tutto in sede; serve però un peso costante di qualche chilo perché la giunzione si riprenda, per esempio un libro protetto da pellicola, lasciato per un’ora. Gli inserti filettati che ospitano sedile kayak, portaborraccia o action cam meritano altrettanta attenzione: si avvita e si svita un accessorio per assicurarsi che l’inserto non giri a vuoto, sintomo di colla deteriorata. Una goccia di grasso siliconico sul filetto previene ossidazioni e facilita la vita all’estate successiva.
La manutenzione delle pinne e del sistema di aggancio
Il box fin, che sia slide-in o US-box, deve rimanere perfettamente diritto. Se appare deformato verso l’interno il contributo di una pistola termica a bassa temperatura, usata con mano leggera a circa venti centimetri di distanza, restituisce elasticità al PVC; mentre il materiale si ammorbidisce lo si spinge delicatamente con un listello di legno fino a riallinearlo. Le pinne smontate durante l’inverno possono avere viti ossidate o clip indurite: un bagno in acqua tiepida con aceto di vino scioglie il calcare, seguito da risciacquo e lubrificazione con un velo di silicone spray. Al momento di rimontare, la pinna dovrebbe scorrere senza attrito lungo il binario; se gratta, un colpo di carta abrasiva grana mille sui bordi elimina bave rimaste dalla produzione.
Prendersi cura della pompa e del tubo di gonfiaggio
La pompa a doppia azione è spesso trascurata, eppure diaframma e guarnizioni subiscono l’abrasione fine della polvere. Smontare il cilindro principale richiede pochi minuti: il pistone si sfila, le o-ring si puliscono con panno in microfibra e si ungono con grasso al silicone, lo stesso che si usa per la valvola. Il tubo flessibile, se ripiegato su se stesso durante l’inverno, potrebbe aver preso pieghe che ostacolano il flusso: passarlo qualche istante sotto acqua calda lo raddrizza. Una volta rimontata, la pompa restituisce un flusso d’aria continuo e il manometro segna la pressione senza salti.
Proteggere la tavola dai raggi UV con un rivestimento dedicato
Il sole estivo rappresenta il più grande nemico della plastificazione esterna. Un protettivo specifico per PVC marino o Hypalon, a base di polimeri fluorurati, forma uno scudo che riflette parte degli ultravioletti. Va applicato con panno morbido quando la tavola è asciutta e lontana da sabbia volante. Il film deve asciugare una decina di minuti prima di venire lucidato: si ottiene un aspetto setoso che respinge acqua e salinità. Questo trattamento, ripetuto ogni mese in alta stagione, ritarda l’ingiallimento e mantiene morbida la superficie saldata.
Organizzare la sacca da trasporto e l’attrezzatura accessoria
Quando il SUP gonfiabile è pronto si passa alla logistica dei suoi compagni di viaggio. La sacca, se in tessuto tecnico, va rovesciata e aspirata in modo che granelli di sabbia non abrano la tavola durante il trasporto. Le cinghie interne si controllano tirandole a scatto: una cucitura stanca si riconosce dallo schiocco secco che non torna in posizione. Per la pagaia smontabile l’ispezione riguarda soprattutto l’incastro a clip: un perno filante scivoloso di sabbia può incepparsi; basta uno stuzzicadenti per liberare la sede e un velo di grasso siliconico per sigillare. Il leash a spirale, indispensabile per la sicurezza, si distende sul prato per perdere la memoria meccanica; l’elastomero recupera la forma in circa mezz’ora al caldo, evitando torsioni che, in acqua, trascinerebbero la tavola in modo innaturale.
Definire la routine di gonfiaggio e sgonfiaggio durante la stagione
La preparazione estiva non termina con il primo varo; influisce sulla durata anche il modo in cui si gonfia e si sgonfia ogni volta. Portare la pressione direttamente al valore massimo in un’unica sessione di pompaggio scalda l’aria interna e provoca un leggero sovrapressore quando la tavola resta al sole. L’abitudine migliore consiste nell’arrivare a due terzi della pressione a terra, completare a riva dopo qualche minuto di assestamento e verificare nuovamente dopo dieci minuti in acqua, dove la temperatura più bassa riporta il PVC a uno stato più rigido. Al rientro, sgonfiare prima di arrotolare consente all’umidità intrappolata di disperdersi; se il tempo è poco, meglio lasciare la valvola aperta e arrotolare senza forzare, per poi completare l’asciugatura a casa.
Conclusioni
Preparare un SUP gonfiabile per l’estate non è un solo atto di pulizia, ma una sequenza di attenzioni che partono dall’ispezione della pelle esterna, passano per la manutenzione di valvole e accessori e terminano con la protezione dai raggi ultravioletti. Ogni fase contribuisce a trasformare il gonfiabile in un compagno di avventure affidabile, capace di restituire le sensazioni di scivolamento sul pelo dell’acqua senza imprevisti. Un quarto d’ora di controllo oggi evita perdite di pressione in mare aperto domani, mentre un sottile film protettivo steso sotto l’ombra di un ombrellone difende mesi di divertimento. Con questa routine la tavola diventa un’attrezzatura sportiva di lunga durata che si gonfia e sgonfia tante volte quante sono le albe d’estate, pronta a seguire il paddler tra onde, laghi alpini e placide pagaiate serali in completa serenità.