Richiedono molta attenzione nel trattarli sia quelli eseguiti a mano e ormai preziosi — l’arte delle trine nacque nel xv sec. a Venezia da dove si diffuse nel resto d’Italia e d’Europa — sia quelli fatti a macchina e oggi assai più comuni. In ogni caso, gli accorgimenti da osservare non sono per niente complicati.
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LAVAGGIO
Per lavarli, imbastiteli sopra una tela leggera poi immergeteli in soluzione di acqua tiepida e detersivo neutro, quindi agitateli delicatamente con la mano.
STIRATURA
Generalmente i pini e i merletti non si stirano; tuttavia se proprio non lo si può evitare, stirateli dal rovescio. Inoltre, ricordate che i pizzi di finitura di un capo di biancheria vanno stirati dall’attaccatura verso l’estremità se lisci e dall’estremità verso l’attaccatura se increspati.
Centrini
Se molto piccoli vanno immersi in una brocca di vetro riempita per metà d’acqua tiepida addizionata con detersivo neutro, agitati e sciacquati in acqua fredda, quindi stesi su un asciugamano di spugna lisciandoli con la mano; in questo modo non dovranno poi essere stirati.
Un altro metodo per farli asciugare, sempre che si tratti di centrini piccoli e leggeri, consiste nell’appiccicarli sulle piastrelle (che siano ben pulite) delle pareti del bagno e staccarli quando sono perfettamente asciutti: sembreranno non soltanto stirati, ma perfino leggermente apprettati. Se per mantenerli in forma si rende necessario usare le mollette da bucato, assicuratevi che siano antiruggine. Nel caso che, dopo essere stati lavati, siano diventati troppo flosci, riacquisteranno corpo una volta immersi in soluzione di gomma arabica e stesi ad asciugare su una superficie piana: eliminerete così l’intervento del ferro da stiro.
Tendine e tovaglie
Quelle di pizzo vanno pulite a secco, oppure lavate e fatte asciugare a telaio; nel caso non possediate un telaio appendetele allo stenditoio e ogni tanto tiratele con garbo nei due sensi, perché riacquistino la forma mentre sono ancora umide.