Le seghe giapponesi, come spiegato su Bricolageok.com, lavorano tirando la lama verso di sé, l’opposto delle seghe occidentali: il legno viene inciso mentre la lama è in trazione. In trazione l’acciaio non tende a flettersi, quindi la lama può essere molto più sottile (0,3-0,6 mm) senza rischiare di curvarsi. Da qui derivano i principali vantaggi e, di riflesso, alcuni svantaggi.
Indice
Vantaggi
- Taglio pulitissimo e kerf ridotto
La lama sottile asporta meno legno (kerf di 0,4-0,7 mm); la superficie d’uscita risulta liscia, spesso non necessita di pialla o carta abrasiva. - Minore fatica
Meno legno da rimuovere significa meno sforzo di spinta. Inoltre la corsa di taglio (solo verso di sé) riduce metà del lavoro “a vuoto” rispetto alle seghe a spinta. - Controllo di precisione
Lo spessore minimo consente di seguire linee di taglio molto sottili e di infilarsi in tazze di mortasa o giunti a pettine con margini di errore minuscoli. - Lame intercambiabili ed economiche
I modelli più diffusi (Ryoba e Dozuki) prevedono manico fisso in rattan su cui si monta la lama con vite o perno: quando i denti sono usurati si sostituisce la lama spendendo poco, evitando l’affilatura. - Versatilità tipologica
Una sola Ryoba offre due dentature opposte: grossa (rip-cut) per tagli di sbozzo lungo vena, fine (cross-cut) per tagli di testa. Con un solo attrezzo si copre molto lavoro di falegnameria fine e restauro. - Ottima resa su essenze dure
L’angolo d’inclinazione dei denti (teeth-hook negativo o nullo) morde bene su faggio, rovere, wengé senza “strappare” fibre.
Svantaggi
- Curva di apprendimento
Abituarsi alla spinta occidentale e passare al “tiro” richiede cambiare postura: la lama va guidata con forza minima, lasciando che tagli con il proprio peso. Molti principianti forzano la corsa e spezzano la punta. - Delicatezza fuori asse
La lama sottile perdona poco i movimenti laterali: se si torce mentre tira, tende a piegarsi definitivamente. Per lo stesso motivo non ama i nodi duri che “inchiodano” un dente. - Affilatura complessa
I denti hanno geometrie complesse (triple-bevel e angoli differenti su facce destra/sinistra). L’auto-affilatura con lima triangolare è possibile ma difficile; quasi tutti preferiscono sostituire la lama. - Manico lungo e flessibile
Nei laboratori stretti o su banchi occidentali il manico avvolto in rattan può sbattere contro il corpo o la morsa; richiede spazio dietro il pezzo. - Minore robustezza sui lavori da cantiere
Tagli grossolani su tavolame con residui di chiodi, MDF o compensato con colla non sono l’habitat ideale: basterebbe una lamella di metallo nascosta per scheggiare i dentini. - Costo iniziale medio-alto
Sebbene la lama di ricambio sia economica, l’acquisto del primo set (Ryoba di buona qualità, Dozuki e Kataba) può superare quello di una coppia di seghe occidentali professionali.
Quando conviene sceglierle
- Falegnameria fine e joinery: giunzioni a tenone-mortasa, code di rondine, intarsi.
- Liuteria e modellismo: spessori di taglio minimi preservano l’esatta quota sonora o il dettaglio ridotto.
- Restauri interni: tagli di rifilo in battiscopa o cornici senza sbrecciare il rivestimento.
- Lavoro a bassa fatica: se si taglia a mano per lunghi periodi, la trazione riduce lo sforzo muscolare.
Quando è meglio evitarle o integrarle
- Cantiere e carpenteria da esterno: meglio seghe occidentali robuste con denti temperati.
- Tagli di demolizione su pannelli: i denti sottili si usurano rapidamente su colle e resine fenoliche.
- Spazi di lavoro angusti: una tenon-saw a spinta corta può essere più gestibile.
Conclusioni
Le seghe giapponesi offrono precisione, tagli puliti e bassa fatica grazie al lavoro “a tirare” e a lame sottilissime. In cambio chiedono mano delicata, spazio di manovra e attenzione a materiali sporchi o nodosi. In un laboratorio di falegnameria fine sono spesso insostituibili; in cantiere o su legname grezzo restano un utile complemento, non la prima scelta.