A differenza degli animali una pianta non puo’ scappare da qualcosa che ha intenzione di mangiarsela. Cio’ non toglie che nel corso dell’evoluzione le specie vegetali abbiano escogitato delle strategie e degli stratagemmi diversissimi tra loro per evitare l’attacco.
Da un lato c’e’ la necessita’ che le piante siano in qualche modo attrattive verso alcuni insetti o animali i quali mangiando i frutti e le bacche garantiscono la disseminazione dei semi e quindi la salvaguardia delle specie vegetali, dall’altra parte c’e’ l’esigenza a fare in modo che il resto della pianta sia preservato, magari rendendolo poco attraente e appetibile.
Si sarebbe tentati di pensare che le piante non siano in grado di difendersi o addirittura di contrattaccare, in realta’ la natura offre tantissime prove che possono dimostrare il contrario.
Il genere umano, come troppo spesso vediamo, puo’ fare affidamento su una quantita’ infinita di armi diverse per difendersi. Allo stesso modo ci sono piante che hanno spine, alle volte in gran numero e di origine diversa, e che per tale motivo vengono dette armate. Il biancospino ad esempio ha uno schieramento di spine da far mettere paura, spine che sono il risultato della modificazione di piccoli rami. Le cactacee invece hanno sviluppato delle spine che sono il risultato della modificazione e adattamento delle foglie, mentre le conosciutissime spine delle rose altro non sono che delle protuberanze legnose che appaiono lungo tutto lo stelo.
Qualunque sia l’origine di queste diverse spine ogni pianta che le possiede ha una probabilita’ molto piu’ ridotta di essere mangiata rispetto ad una pianta che non le possiede.
Ci sono poi delle piante, tra queste anche alcune specie di rosa, che hanno escogitato un ulteriore sistema, ossia hanno le spine con la punta rivolta verso il basso, questo rende estremamente difficile e pericoloso da parte di piccoli animali tentare di salire lungo il fusto per raggiungere le appetitose foglie poste in alto. In particolare nelle rose sarmentose queste particolari spine, che agiscono come un vero e proprio uncino, hanno anche il compito di rendere piu’ facile il sostegno a dei supporti.
Risulta essere facile immaginare quindi alle possibilita’ in piu’ che hanno queste piante di resistere agli attacchi, se si pensa ad esempio ai rovi non puo’ non venire in mente la facile associazione con il filo spinato.
Gomme, resine e lattice sono sostanze prodotte dalla pianta con lo scopo di agevolare il processo di guarigione. Infatti se una pianta viene danneggiata da un parassita o da un trauma per cause meccaniche essa sara’ in grado di limitare i danni isolando la parte colpita.
Ma queste sostanze sono anche utili per combattere contro gli iniziali attacchi dei parassiti visto che rendono la pianta sgradevole da mangiare.
Il lattice, tipo quello presente nelle conosciutissime stelle di Natale, ha solitamente delle caratteristiche battericide e fungicide, ossia e’ in grado di contrastare, uccidendoli, attacchi di batteri e funghi, ed e’ anche poco apprezzato per il suo sapore poco gradevole dagli animali erbivori. In piu’ sono spesso presenti delle particelle di gomma naturale che hanno il compito di facilitare la rimarginazione delle ferite nel caso la pianta sia stata attaccata.
In alcuni casi in particolare, e qui le Euphorbiacee sono fanno da esempio, il lattice e’ in grado si produrre delle spiacevoli vesciche sulla pelle degli animali, uomo compreso, soprattutto se esposta al sole. Questo strategia altro non serve che a far evitare al malcapitato di rifare lo stesso errore.
La maggioranza degli insetti o animali che si nutrono delle foglie non gradiscono affatto quelle pelose, in piu’ per molti piccoli insetti e’ estremamente difficile potersi muovere su piante ricoperte dalla peluria.
I bruchi che masticano, le lumache che grattano, gli afidi che succhiano la linfa trovano la presenza di peli sulle piante davvero poco gradevole. Ma anche gli animali piu’ grandi sono sicuramente attratti piu’ dalle morbide, lisce e succose foglie ricche di nutrienti piuttosto che da quelle lanugginose o pelose che il piu’ delle volte non vengono toccate affatto. Uno dei tantissimi esempi di piante di questo tipo e’ la Stachys byzantina, anche se in generale e’ sbagliato pensare che non subiscano alcun attacco e’ pero’ sicuro che i danni sono molto piu’ limitati soffrendo molto di meno della devastazione dei parassiti.
Ma le piante hanno escogitato anche altri sistemi, se si pensa alla Mahonia, al Berberis o all’Agrifolgio, le loro foglie coriacee e spesse non sono certo molto apprezzate e appetibili.
Perche’ mangiare qualcosa che ha un sapore sgradevole quando ci sono abbondanti e saporite folgie o frutti da mangiare nelle vicinanze? Avete mai pensato ad esempio ai frutti ancora non maturi e acerbi e al loro sapore? ebbene questo serve alla pianta per preservarli fin quando non saranno maturi. Infatti solo quando i semi all’interno sono maturi il frutto puo’ e deve essere mangiato dagli animali che provvederanno poi a disseminarli garantendo la riproduzione della specie. Fino a quel momenti il frutto deve essere il piu’ possibile poco appetibile.
Molti frutti acerbi, come le mele o le prugne, contengono una grande quantita’ di tannini. Questi tannini conferiscono alla frutta proprieta’ astringenti fornendo alla bocca di chi li mangia una sensazione di secchezza. Come il frutto matura i tannini sono rimpiazzati dagli zuccheri ottenendo un risultato ben diverso.
Ma alcune piante vanno oltre proteggendosi per mezzo di alcaloidic he oltre ad avere un sapore piuttosto amaro hanno anche altri spiacevoli effetti. Alcune di queste sostanze sono state estratte e vengono sfruttate per le loro proprieta’ medicinali, come quella di alleviare il dolore.
Ironicamente molte delle piante che noi teniamo molto in considerazione per il loro eccitante sapore, incudendo le erbe, probabilmente hanno sviluppato questo come un meccanismo a prova di erbivori rendendole disgustose. Invece noi le raccogliamo e le coltiviamo magari con l’intenzione di valorizzarne il loro sapore.
Una curiosita’: le radici, il fusto e le foglie della pianta di pomodoro contengono la solanina, una sostanza altamente velenosa, eppure misteriosamente i suoi frutti ne sono totalmente privi.
L’Ortica puo’ non avere delle spine taglienti eppure un incontro ravvicinato con una sola pianta e’ in grado di garantire la vittoria di tutta la specie. Un buon metodo per assicurarsi che non siano le prime piante ad essere mangiate da un erbivoro seppur affamato. La reazione cutanea che il contatto con questa pianta sprigiona e’ quindi un ottimo deterrente anche per gli esseri umani.
Quando la pianta viene sfiorata dalla superficie ricoperta di una leggera peluria alla cui base vi sono delle ghiandole viene sprigionata una sostanza chimica che penetra nella pelle causando l’irritazione.