Intanto, per vostra consolazione, incominciamo con elencare i molti capi di biancheria da casa e personale e i tipi di tessuti che non hanno bisogno di essere stirati, o richiedono tutt’al più una ripassatina alla svelta, se proprio li vogliamo impeccabilmente lisci: asciugamani di spugna, indumenti a maglia (a meno che non si tratti di jersey-tessuto), abiti, sottovesti, camicette, tende e tendoni di fibre sintetiche quasi senza eccezione, e perfino fazzoletti, che se li spiaccicate ben tesi, lisciandoli con le mani, sopra le mattonelle (accuratamente pulite, si capisce) del bagno, una volta asciutti sembreranno addirittura leggermente apprettati, come se fossero nuovi di zecca.
Il segreto per facilitare la stiratura consiste in una buona scrollatina prima di appendere i capi alla corda del bucato, o sui fili dello stendino, oppure, se si tratta di camicette e di abiti, sulla gruccia, non tanto allo scopo di scuotere via quanta più acqua possibile, ma per evitare soprattutto che seccando si raggrinziscano.
Lo stesso trucco funziona perfino con i calzoni di velluto a coste, purché abbiate l’accorgimento, prima di appenderli, di collocarli distesi sulla tavola, meglio se con un asciugamano di spugna sotto (perché assorba in parte l’umidità) e di rimetterli pazientemente in forma — attente alla piega! — con le mani. Poi appendeteli pure ad asciugare, in forma, una gamba perfettamente combaciante con l’altra, come se li aveste stirati (e questo sistema è buono sempre che il proprietario o la proprietaria non abbiano fretta d’indossarli, perché ci vorrà un po’ prima che siano… a punto; ma il risultato sarà veramente ineccepibile).
Se si tratta di una gonna a pieghe, marcatene i segni, prima di lavarla, con un’imbastitura lunga: e un lavoro che vi ruberà un po’ di tempo, ma in ogni caso assai meno di quello che impieghereste per ripristinare le pieghe con il ferro, impresa — e lo sa chi ci si è già cimentata — tutt’altro che rapida e semplice.
Quanto al resto, il ferro ci vuole; ma per lenzuola, tovaglie, tovaglioli, asciugamani di tela e simili, esiste una mezza scappatoia: piegateli in due, orlo contro orlo, e stirateli da una parte sola; l’altra la stirerete durante le piegature successive, finché sarete arrivate alle dimensioni con cui siete solite riporli.
La prima impone di inumidire uniformemente la roba da stirare, più o meno generosamente a seconda del tipo di tessuto. Se però sarete pronte a ritirarla dallo stenditoio o dall’asciugatrice elettrica al momento giusto, vi risparmierete questa operazione e vi accorgerete di riuscire a stirarla meglio.
La seconda regola dice di stirare per primi i capi che richiedono meno calore, rispettando questo ordine: nailon e tessuti sintetici, quindi tessuti artificiali (raion e acetati), poi seta e via via lana, cotone e canapa; per ultimo il lino. Procedendo in questa successione, non dovrete attendere che il ferro si raffreddi e non correrete il rischio di strinare un tessuto delicato.
Sui ferri da stiro col termostato la manopola porta per lo più l’indicazione che vi dice dove spostarla perché si riscaldi alla temperatura adatta per l’uno o l’altro tipo di tessuto (in genere da un minimo di 80° a un massimo di 280°).
Ancora un breve memento a proposito dei tessuti sintetici e artificiali: a volte sull’etichetta apposta all’interno del capo, oltre alle istruzioni per il lavaggio, è indicata anche la temperatura alla quale vanno stirati; se non c’è, procedete con cautela, incominciando dalla più bassa e interponendo un telo fra il capo e il ferro.
Ed ecco un secondo elenco di suggerimenti da non buttare via: stirate gli indumenti nel senso dell’ordito, ossia per il lungo, insistendo finché sono asciutti; stirate sul diritto, tranne nel caso di tessuti operati, cioè quando volete che il motivo risalti in rilievo; i ricami e i merletti di cotone vanno stirati sempre sul rovescio, mettendo sull’asse un mollettone spesso e morbido; il crespo deve essere stirato quando è asciutto; cominciate a stirare i capi grandi dall’estremità superiore e, se a mano a mano che continuate la pane già stirata finisce col toccare il pavimento, mettete per terra un foglio di carta pulito sul quale si poserà senza impolverarsi; non riponete negli armadi o nei cassetti i capi non appena avete finito di stirarli: lasciateli all’aria — gli abiti appesi alla gruccia — perché l’ultimo residuo di umidità evapori e si raffreddino del tutto.