Questa materia plastica fluorurata ha trovato impiego nelle batterie da cucina, per la sua resistenza ai corrosivi chimici, al calore e al freddo e soprattutto per la sua caratteristica untuosa: le vivande fatte cuocere, e soprattutto friggere, nelle stoviglie rivestite internamente di teflon, non si attaccano al fondo.
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PULITURA
Anche se non conservano tracce di cibo, lavatele normalmente dopo l’uso con detersivo, e non limitatevi a una rapida sciacquata sotto il getto dell’acqua. Se qualche macchia si ostinasse a non scomparire provate a sfregarla con uno di quei cuscinetti di nailon per rigovernare i piatti, o con un raschietto di gomma. Non usate lana d’acciaio, spugne metalliche o polveri abrasive. Tegami e pentole rivestiti internamente di teflon sono lavabili nella lavastoviglie, sempre che lo sia anche il materiale di cui sono fatte e che di solito non è rivestito esternamente della stessa resina sintetica.
AVVERTENZA
Quando sono nuove, lavate le stoviglie in acqua calda e detersivo, sciacquatele e asciugatele. Ungete leggermente con qualche goccia di olio commestibile le padelle e le tortiere (tranne quella che adoperate per i savoiardi). Evitate però di adoperarle a temperature superiori ai 230 gradi, perché scolorirebbero.
I graffi sottilissimi non le danneggiano, se non dal punto di vista dell’estetica, perché non si allargano e il rivestimento non si sfalda: per evitarli non rimescolate i cibi con forchette o altri arnesi metallici, meglio usare quelli di legno e meglio ancora quelli di plastica rivestita di teflon.