Frequenza e quantità nell’alimentazione giocano fra loro. Ma se determinare la quantità di un alimento è abbastanza immediato, come se ne valuta invece la frequenza ottimale.
I due cicli più importanti in nutrizione sono il giorno e la settimana.
Per giorno intendo l’intervallo tra due riposi notturni (o diurni, se dormite di giorno): questa è la prima cadenza ritmica a noi utile, dopo il fondamentale (ma infine poco rilevante) intervallo tra due pasti.
La settimana ci è utile a stabilire la vera frequenza di un alimento. È stato visto, infatti, che la media settimanale rispecchia abbastanza accuratamente le azioni metaboliche dei cibi. È quasi indifferente mangiare del buon pesce i primi tre giorni della settimana, oppure solo nei giorni dispari.
Ecco che, a seconda degli effetti che si desidera ottenere, si parlerà della frequenza settimanale di un certo piatto o di un certo alimento.
A volte si utilizza anche il mese, per evitare di ricorrere ai… numeri frazionari nel caso, ad esempio, di un cibo che si mangia una, due o tre volte al mese.
Se c’è un piatto che pensate sia meglio per voi ridurre, in un certo periodo, è consigliabile – lo abbiamo già accennato – scegliere ad esempio un giorno alla settimana e mangiarne tranquillamente, piuttosto che spiluccarne un po’ ogni giorno, magari sentendosi anche un po’ in colpa! L’organismo saprà cosa fare dei sette giorni di intervallo tra un’assunzione e la successiva, quasi indipendentemente dalla quantità nel vostro piatto.